L’elezione di Joe Biden vista dalla UE: luci ed ombre

L’elezione di Joe Biden vista dalla UE: luci ed ombre

Gli #StatiUniti voltano pagina. Il candidato democratico #JoeBiden ha vinto le elezioni presidenziali e sarà, a partire dal 20 gennaio, il 46° presidente americano. Dopo quattro giorni di scrutinio delle schede dall’Election Day negli #Usa, i principali media statunitensi hanno proclamato il 7 novembre la vittoria di #Biden, proiettandolo oltre i 270 grandi elettori necessari per proclamarlo titolare della Casa Bianca. Tra le prime azioni il presidente deciderà di porre in essere ci sono quelle sull’ambiente e sulla pandemia di #Coronavirus. Il neo-presidente punta tutto sull’ampia disponibilità di test gratuiti, sull’eliminazione di tutte le barriere economiche alla cura preventiva e al trattamento per il Covid-19; sullo sviluppo di un vaccino che possa essere gratis per tutti. Ci si aspetta che una Casa Bianca democratica e dichiaratamente ambientalista riporti gli Usa in seno alla conferenza mondiale contro i cambiamenti climatici. Insieme a Biden, arriva alla Casa Bianca #KamalaHarris, la prima donna, la prima di colore, eletta alla vicepresidenza degli Stati Uniti. Non ci sarà un secondo mandato per l’uscente #DonaldTrump, che è il quarto presidente della storia americana che non è riuscito a farsi rieleggere per la seconda volta. L’Unione Europea è entusiasta dell’elezione di Biden, “Non vedo l’ora di lavorare con il presidente eletto Biden”, scrive anche la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, sottolineando che “l’UE e gli USA sono amici e alleati, i nostri cittadini condividono i legami più profondi”. A nome dell’Italia anche il presidente della Repubblica Sergio #Mattarella che, in un messaggio, ha voluto ricordare quanto la comunità internazionale abbia “bisogno del contributo statunitense, a lungo protagonista nel costruire le regole del multilateralismo. Anche il premier #Conte ha mandato un messaggio agli USA, assicurando che l’Italia sarà un solido alleato e un partner strategico. L’UE conta su una ricomposizione che avverrà innanzitutto sul terreno dei valori fondamentali, nuovamente condivisi. E probabilmente anche sull’approccio alla politica internazionale. Per i quattro anni della presidenza Trump, l’Europa si è sentita sola e assediata nel difendere i principi di democrazia e stato di diritto di fronte a regimi autoritari come la Russia, la Cina e la Turchia, mentre gli Stati Uniti sembravano impostare i rapporti con queste potenze solo sulla base di prove di forza, da cui spesso peraltro sono usciti malconci. Adesso che Biden ha vinto in casa propria la sfida su quegli stessi valori democratici, rinnegati dal suo rivale Donald Trump con le contestazioni sul voto, ci si aspetta che il nuovo presidente torni ad essere il portavoce di quegli ideali e di quelle pratiche democratiche che costituiscono ancora un obbiettivo da realizzare per miliardi di persone nel Mondo. L’Europa non aspetta altro che poter riconsegnare all’America quel ruolo di leadership morale su cui si è fatta supplente per quattro anni. A Bruxelles prevale la speranza che, in un mondo che rivaluta la governance multilaterale, gli Stati Uniti e Unione europea possano tornare a lavorare di concerto sulla base di valori condivisi aumentando così reciprocamente la propria influenza sul resto del Pianeta. Molto meno ottimismo si registra invece sul fronte dei rapporti bilaterali in campo economico. Proprio il giorno delle elezioni americane, gli ambasciatori europei si sono messi d’accordo su una lista di prodotti made in Usa che verranno tassati per un totale di 4 miliardi di dollari. Ma ora Biden si troverà a dover sbrogliare un’altra crisi commerciale ereditata dal suo predecessore. E gli europei non sembrano intenzioni a fare sconti. Dal resto, l’Europa si prepara a passare all’offensiva anche su altri fronti. E nel mirino ci sono le “big tech”, le grandi multinazionali del web che sono state tra i principali sostenitori di Biden. A dicembre la #Ue dovrebbe approvare la Digital Services Act, che ha l’ambizioso obiettivo di regolare l’attività dei grandi oligopolisti di Internet imponendo limiti al loro strapotere e cercando di riaprire il mercato della concorrenza. Inoltre, la Commissione vuole creare un centro Ue per lo stoccaggio dei dati provenienti dai clienti europei in modo da tutelare la privacy sottraendoli alle leggi americane. Infine c’è la questione della web tax, la tassa sui profitti dei giganti del web, che potrebbe essere imposta unilateralmente dagli europei già l’anno prossimo se le discussioni ora in corso all’Ocse non dovrebbero dare risultati.