INTERNET: un diritto umano?

INTERNET: un diritto umano?

Tra gli strumenti che hanno contribuito all’evoluzione della nostra società, #Internet è stato uno dei principali: ha infatti rivoluzionato le modalità di comunicazione e ha influenzato l’economia, la politica ed il diritto. È sempre aggiornato, privo di mediazioni e di ostacoli e, soprattutto, non soggetto a forme di proprietà. Ogni utente è dunque libero di fornire il proprio contributo partecipando così allo scambio di conoscenze ed informazioni. L’accesso al web potrebbe quindi essere qualificato come servizio universale, che le Istituzioni nazionali devono garantire ai propri cittadini gratuitamente o a costi sostenibili. Molto importante a tal fine è stato il tentativo dell’Unione Europea, prima con il Summit di Lisbona del 2000, più recentemente con la Conferenza di Riga del 2006 e adesso con l’incontro virtuale del ciclo “Idee per un nuovo mondo”, dedicato proprio all’Accesso a Internet: “un nuovo diritto umano”. “Abbiamo bisogno che una riflessione sugli strumenti del web entri a far parte di quel bagaglio che tradizionalmente noi consideriamo diritti fondamentali delle persone e crediamo che debba entrare a pieno titolo nel dibattito pubblico. Confidiamo che internet possa costituire la base per la definizione di un nuovo diritto umano”. Così il presidente del Parlamento europeo David Sassoli ha aperto il terzo incontro virtuale del ciclo “idee per un nuovo mondo”, sulla sfida dell’Unione europea per rendere la rete e l’ambiente digitale un luogo democratico e di diritti. “Ci stiamo tutti rendendo conto che abbiamo bisogno di coraggio per affrontare la pandemia e anche quello che ci lascerà. Se in questi mesi non avessimo avuto strumenti come quelli del web, avremmo avuto un calo di tutte le nostre performance, anche democratiche. Noi abbiamo consentito al parlamento e alle nostre Istituzioni di continuare a funzionare anche grazie a questi strumenti. Questa esperienza deve servire a mettere tanti cittadini nella condizione di essere partecipi, di essere attivi, di continuare a lavorare con strumenti nuovi”, ha aggiunto. Parlare di autonomia digitale dell’Ue implica garantire i diritti umani, la promozione e la difesa dei valori europei, come sottolineato dalla presidente della Commissione Ursula von Der Leyen nel suo intervento in cui ha elencato una serie di criticità e di questioni da affrontare, a partire dal dato che solo il 40% degli europei oggi ha accesso alla banda larga. “Le istituzioni europee sono avanti nel mondo per impersonare il diritto alla universalità della connettività e io sono convinto che sia così per la loro pluralità”, ha detto l’ex-presidente della Commissione Ue ed ex premier italiano Romano Prodi che, nel suo intervento, si è pronunciato per la garanzia di uguaglianza e giustizia rappresentata dalla connettività. Nel dibattito è intervenuto anche Tim Berners-Lee, l’inventore del world wide web, oggi promotore con la sua Web Foundation del cosiddetto “Contratto per il web”, iniziativa per “connettere il mondo”. Accanto a lui l’attivista per i diritti digitali Simona Levi che ha definito l’accesso a Internet strumento al servizio dell’umanità, attraverso cui l’Europa può continuare a garantire i valori e difendere le libertà. Il mancato accesso alla rete di molti individui escluderebbe l’affermazione dell’accesso ad Internet come diritto universale. L’accesso al web sembra inoltre configurarsi come libertà soggetta alle legittime restrizioni di un sistema democratico, restrizioni che devono essere previste per legge a salvaguardia della sicurezza nazionale. La preoccupazione di un uso illecito di Internet non legittima comunque restrizioni al godimento dei suoi benefici. Negare l’accesso alla rete significherebbe infatti ledere i diritti umani fondamentali, quali la libertà di espressione, il diritto all’informazione, all’istruzione, allo sviluppo e all’eguaglianza. Si può affermare che l’accesso al web sia un diritto strumentale al godimento di altri diritti fondamentali.